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A proposito di Green Economy: Vision e definizione

di Edo Ronchi

Con il consenso dell’editore proponiamo il paragrafo 2.1 del volume di Edo Ronchi “La transizione alla Green Economy” pubblicato dalla “Edizioni Ambiente”(Milano) (n.d.r.).

La vision e le teorie economiche classiche, così come i concreti processi economici che hanno promosso e sostenuto, hanno generato insostenibilità climatica ed ecologica. Se non si affronta il nucleo duro dell’economia, non si può arrivare a uno sviluppo sostenibile con le qualità che lo rendano uno sviluppo umano capace di futuro.

Queste premesse sono all’origine della vision della green economy, arricchita dalle successive definizioni. Le sfide e le risposte, così come i cambiamenti, che concorrono ad avviare la definizione del modello economico della green economy sono in corso da alcuni decenni. L’idea di una green economy, anche se non mancano alcuni precedenti, ha tuttavia una data di nascita ufficiale piuttosto recente: il 2008.

In quell’anno il Programma ambientale delle Nazioni Unite (UNEP), nella fase più acuta della crisi finanziaria e della recessione internazionale e nel periodo di verifica del Protocollo di Kyoto per il clima (con un bilancio sostanzialmente negativo perché le emissioni mondiali di gas serra anziché diminuire sono notevolmente aumentate), lancia l’idea di qualificare i pacchetti di misure pubbliche per stimolare la ripresa avviando una green economy. Questa condizione fondante della green economy – una via per una soluzione integrata delle due crisi globali, climatica ed economica – va tenuta ben presente perché costituisce uno dei fondamenti di maggior rilievo. Nell’ottobre del 2008 l’UNEP lancia la Green Economy Initiative: una piattaforma globale che svilupperà analisi e promuoverà iniziative internazionali per favorire investimenti verdi e in settori strategici per la green economy. La proposta verrà ulteriormente articolata nell’aprile del 2009 per legare le misure di stimolo all’economia globale a quelle C della sostenibilità ambientale, con particolare riferimento alle misure necessarie per far fronte alla crisi climatica, con una proposta di Global Green New Deal. Così come con il New Deal alla fine degli anni Venti e inizio degli anni Trenta del secolo scorso si fece fronte alla Grande depressione, oggi si devono fronteggiare le difficoltà dello sviluppo globale con un Green New Deal.

Il tema della green economy per affrontare la crisi climatica verrà ripreso alla successiva Conferenza delle parti (COP) sul cambiamento climatico nel giugno del 2009 a Copenhagen, anche per ridare respiro e orizzonte a una trattativa internazionale per un nuovo accordo dopo quello di Kyoto che stentava a decollare.
Nel febbraio 2010, per la riunione del Forum internazionale dei Ministri dell’Ambiente in vista della conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile del 2012 (Rio+20), l’UNEP prepara la risoluzione dell’Assemblea generale del marzo 2010 che inserirà la green economy fra i temi centrali del Summit Rio+20 per lo sviluppo sostenibile e lo sradicamento della povertà. Anche in Europa il concetto di green economy è stato da tempo assunto fra le priorità strategiche, in particolare nel settimo Programma d’azione ambientale al 2020 e nel programma quadro di ricerca e innovazione (Horizon 2020), nonché in politiche di settore come l’energia e i trasporti.

Voglio ricordare che la Fondazione per lo sviluppo sostenibile nasce proprio dieci anni fa, nel 2008, in coincidenza con l’avvio della proposta ONU di fare della green economy la chiave decisiva per uno sviluppo sostenibile, e che condividendo tale indirizzo internazionale mirerà a diventarne un punto di riferimento e di promozione nazionale. La green economy ha ormai alle spalle una solida elaborazione internazionale che ne ha ben definito caratteristiche e contenuti: troviamo una rassegna consolidata delle definizioni del concetto di green economy in A guide book to the green economy (Division for sustainable development ONU-UNDESA, 2012).

La green economy è un sistema di attività economiche relative alla produzione, distribuzione e consumo di beni e servizi che genera miglioramento del benessere a lungo termine senza esporre le future generazioni a rischi ambientali significativi o a scarsità ecologiche (UNEP, 2009). È a basse emissioni di carbonio, efficiente nell’uso delle risorse e socialmente inclusiva. In una green economy, la crescita del reddito e dell’occupazione dovrebbe essere guidata da investimenti pubblici e privati per ridurre le emissioni di carbonio e l’inquinamento, per aumentare l’efficienza energetica e l’uso delle risorse e per prevenire la perdita di biodiversità e di servizi eco sistemici (UNEP, 2012). Cerca di portare benefici sociali a lungo termine da attività a breve termine che mirano a mitigare i rischi ambientali. La green economy è una componente che rende possibile l’obiettivo complessivo dello sviluppo sostenibile (UNCTAD 2011).
È un’economia resiliente che procura una migliore qualità della vita per tutti all’interno dei limiti ecologici del pianeta (Green Economy Coalition, 2011). Può essere vista come una lente per focalizzare e afferrare le opportunità di avanzare simultaneamente obiettivi ambientali ed economici (UNCSD 2011). Un ulteriore approfondimento della green economy viene dai “principi guida” individuati da ben otto soggetti qualificati che la definiscono come mezzo per raggiungere uno sviluppo sostenibile, per affrontare la crisi climatica (è a basse emissioni di carbonio e resiliente) e la crisi ecologica (rispetta i limiti dei confini ecologici, protegge la biodiversità e gli ecosistemi), per rilanciare l’economia correggendo alcuni limiti e fallimenti del mercato (guida e promuove innovazione, internalizza le esternalità, è efficiente e circolare nell’uso delle risorse e dell’energia, promuove valutazioni e misurazioni oltre il Pil), per promuovere un benessere inclusivo e di migliore qualità (si basa su produzioni, consumi e stili di vita sostenibili e di migliore qualità, crea buona occupazione e riduce la povertà) (UNDESA, 2012).

Comune, fra i principi guida della green economy, è anche la necessità di regolazioni e legislazioni efficaci, di capacità di integrare nei processi decisionali i vari aspetti considerati nonché di una governance inclusiva, partecipata, democratica e trasparente. La green economy, infine, sollecita e promuove maggiore equità fra le generazioni, ma anche fra i paesi in un quadro di cooperazione internazionale.

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