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Incendi, analisi e proposte

Documento sugli incendi ufficiale inviato al C.R.P.P.N. in data 21 Agosto 2020

Ogni estate in Sicilia vanno in fumo migliaia di ettari di aree protette, di boschi demaniali e privati, e di vegetazione naturale. Questi incendi di natura dolosa o colposa impegnano migliaia di uomini, che mettendo a rischio la propria vita si adoperano per lo spegnimento, cercando di salvare il salvabile. Ma tutto ciò non basta, non è possibile rimanere in attesa che venga appiccato l’incendio per poi precipitarsi a spegnerlo.

Lo spegnimento è solo una fase estrema per fronteggiare l’emergenza che non risolve il problema che ogni anno si ripresenta. Questo “modus operandi” è perdente in partenza, perché basato su un alto rischio per il personale operante e comporta un danno in termini di quantità di territorio percorso dal fuoco senza contare l’elevato costo di esercizio per le operazioni di spegnimento (mezzi a terra e soprattutto aerei). Diventa quindi strategico e prioritario puntare sulla prevenzione e sul capillare controllo del territorio per evitare che gli incendi vengano appiccati.

Il delitto di incendio doloso

Innanzitutto chi commette questi reati deve essere perseguito alla stessa stregua del mafioso o dell’omicida, infatti il delitto di incendio doloso dovrebbe sempre, e non soltanto come previsto attualmente nei casi più gravi, configurarsi come disastro ambientale e sanzionato secondo quanto previsto in questo caso dalla legge 68/2015. A tal proposito sarebbe opportuno modificare in tal senso la suddetta legge, inasprendo anche le pene. È questa una prima proposta che la nostra associazione avanza.

Bisogna prendere atto che attualmente non esiste un coordinamento interforze atto a reprimere questo reato, sebbene i danni derivanti dagli incendi siano incalcolabili sia dal punto di vista ambientale (vegetazione, animali, habitat, etc.), che economico. Chiediamo che la tutela del patrimonio boschivo, naturale e seminaturale diventi una priorità dell’agenda politica regionale, utilizzando al meglio anche la risorsa del volontariato.

Nel 2002 fu istituito l’Ufficio Speciale Servizi Antincendi Boschivi della Regione Siciliana, che puntava ad un capillare controllo del territorio coinvolgendo anche volontari adeguatamente qualificati che controllavano il proprio territorio coordinati da questo Ufficio tramite un portale appositamente realizzato, con un costo irrisorio per la collettività. I risultati col passare degli anni sono stati visibili e le statistiche hanno dimostrato come nelle zone dove operavano i volontari si fosse registrato un sensibile decremento degli incendi. Nel 2009 il governo regionale ha soppresso l’Ufficio Speciale Servizi Antincendi Boschivi senza valida motivazione. Si tratta, a nostro parere, di un comportamento inspiegabile che ha di fatto vanificato i progressi fatti registrare in quegli anni nel campo della prevenzione e del controllo del territorio.

Prevenzione

La seconda richiesta della nostra associazione è che venga ripristinato l’Ufficio Speciale Servizi Antincendi Boschivi, che svolga una necessaria opera di coordinamento senza la quale la prevenzione resta, nell’ipotesi più benevola, una semplice e pia illusione, e che vengano impegnate delle risorse finanziarie adeguate ad assumere un congruo numero di lavoratori semestrali (a partire dal mese di maggio fino al mese di ottobre di ogni anno), addestrati e dedicati esclusivamente al servizio antincendio “a terra”, con funzioni di prevenzione, segnalazione ed intervento di spegnimento.

Troppo spesso, infatti, gli interventi aerei risultano, oltre che molto onerosi, anche tardivi e sebbene efficaci per lo spegnimento finale degli incendi non altrettanto per la tutela del territorio. Puntare prioritariamente sullo spegnimento degli incendi pone degli interrogativi su quali interessi possano celarsi dietro queste scelte poco comprensibili, visti gli alti costi della macchina messa in atto per lo spegnimento ed in particolare lo spegnimento con utilizzo di mezzi aerei.

All’azione del personale assunto semestralmente dovrebbe associarsi, quella dei volontari tramite la riedizione o la rielaborazione del sopracitato progetto “Il Guardaboschi”.

Educazione ambientale e senso civico

A questa azione fondamentale e strategica che punta alla prevenzione e non allo spegnimento, anche se quest’ultimo deve essere ovviamente previsto, ma come ultima ratio e non come strategia generale, dovrebbero poi associarsi delle azioni più puntuali legate alle realtà locali ed all’educazione ambientale.

Per questa ragione la nostra associazione ritiene che tutte le azioni (IA) antincendio previste dai PdG dei siti Natura 2000 dovrebbero essere ritenute prioritarie, messe a bando nel più breve tempo possibile e con procedure possibilmente semplificate, stante il carattere assolutamente distruttivo e i tempi di resilienza molto lunghi degli eventi che si intendono contrastare.

Sarebbe estremamente utile che la Regione verificasse la applicazione da parte dei Comuni della legge 353 del 21 novembre 2000 e lo stato di aggiornamento del catasto dei terreni bruciati, sanzionando quegli enti che non abbiano provveduto nell’arco degli ultimi sei mesi al suddetto aggiornamento.

Anche l’adozione dei cosiddetti “contratti di responsabilità”, secondo quanto già sperimentato da Tonino Perna, Direttore del Parco Nazionale dell’Aspromonte, con un’adeguata copertura finanziaria da parte dell’ARTA, potrebbe rappresentare un disincentivo ad appiccare gli incendi, con sensibili ritorni economici nel breve e medio periodo.

In prospettiva di medio e lungo termine assumono particolare rilevanza anche le azioni di educazione ambientale rivolte alle scuole ed ai cittadini. Anche queste azioni, che possono essere portate avanti sia dall’Ente gestore che da associazioni operanti sul territorio sono previste nei PdG dei siti Natura 2000 (PD) ed andrebbero finanziate sulla base di progetti specifici concordati fra le varie associazioni e gli Enti Gestori.

Le nostre proposte

In conclusione di seguito sono schematicamente e sinteticamente le proposte avanzate dall’E.F.S.:

  1. Modifiche legislative che equiparino tutti i tentativi di appiccare incendi al disastro ambientale, a prescindere dai danni effettivamente verificatisi;
  2. Ripristino dell’Ufficio Speciale Servizi Antincendi Boschivi della Regione Siciliana e rielaborazione del programma “Il Guardaboschi” per il coinvolgimento e coordinamento delle azioni di volontariato;
  3. Incremento delle risorse finanziarie per l’assunzione a partire dal mese di maggio e fino alla fine di ottobre di un adeguato numero di lavoratori stagionali addestrati e dedicati al servizio antincendio (il personale attualmente reclutato con questa modalità risulta assolutamente insufficiente), rinnovare il parco automezzi per lo spegnimento incendi;
  4. Puntuale verifica da parte della Regione Siciliana dell’applicazione da parte dei Comuni della legge 353 del 21 novembre 2000 e dello stato di aggiornamento del catasto dei terreni bruciati;
  5. Messa a bando con procedure prioritarie di tutte le azioni antincendio e di tutti i programmi di educazione ambientale previsti dai PdG dei siti Natura 2000;
  6. Finanziamento dei cosiddetti “contratti di responsabilità”.
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